"Attore e regista giapponese. Fenomeno televisivo, saggista popolare e voce radiofonica, debutta in Furyo (1983) di N. ¯Oshima, per il quale interpreta anche Tabù-Gohatto (1999). In seguito è ingaggiato come protagonista di Violent Cop (1989) di K. Fukasaku, ma litiga con il regista e prende il suo posto. Sfoltita la sceneggiatura e semplificate le scenografie, impone al film uno stile essenziale in cui il silenzio ha il sopravvento sulla parola. Questa caratteristica, insieme al tono violento, poetico e ironico, decretano il successo delle sue pellicole all’estero, soprattutto a partire da Sonatine (1993), una satira sulla yakuza (la mafia giapponese) ambientata tra paesaggi metropolitani monocromi e l’abbagliante biancore dell’isola di Okinawa. Fondata la casa di produzione indipendente Office Kitano, realizza Getting any? (1994) in cui ironizza sull’ingenuità consumistica dei giapponesi. Lo stesso anno è coinvolto in un incidente motociclistico che lo segna profondamente. Durante la riabilitazione inizia a dipingere e in Hana-bi - Fiori di fuoco (1997, Leone d’oro alla Mostra di Venezia) intervalla le tragedie della vita dell’ex poliziotto Nishi con alcuni dei suoi quadri dai colori vitali e tersi. Se L’estate di Kikujir¯o (1999) lenisce la solitudine facendo incontrare a un uomo burbero ma affettuoso un bambino alla ricerca della madre, il successivo Brother (2000) sembra chiudere un ciclo e lascia presagire l’inizio di una nuova fase artistica che si esprime compiutamente in Dolls (2002), dove K. racconta tre storie sull’amore che non muore mai, ispirandosi alle marionette del teatro tradizionale giapponese. Nel 2003 vince il Premio speciale della giuria a Venezia con Zatoichi, folgorante ritratto di un maestro di spada cieco e vagabondo nel Giappone del xix secolo. In Takeshis’ (2005) si sdoppia nei due personaggi autobiografici dell’attore spiantato e del divo dei film yakuza, nel tentativo, apertamente dichiarato, di emanciparsi una volta per tutte dai film violenti realizzati in precedenza; in Kantoku - Banzai! (Glory To the Filmmaker!, Gloria al regista! 2007) impersona un nuovo carattere autobiografico, un regista che passa da un genere all’altro alla ricerca della chiave migliore per realizzare il proprio film. Nel 2008 chiude la trilogia autobiografica sulla crisi dell’artista, avviata dai due film precedenti, con Achille e la tartaruga: presentato in concorso a Venezia, è la parabola di un giovane pittore alter ego del regista, sballottato da un critico all’altro nel tentativo di compiacerli."